“Il tempo del genocidio”

RENDERE TESTIMONIANZA DI UN ANNO IN PALESTINA

“Dove c’è oppressione ci sarà sempre resistenza” 

In evidente spregio di tutte le convenzioni e le norme del diritto internazionale e sotto i nostri occhi Israele sta completando il progetto avviato settantasei anni fa: più di 40.000 palestinesi, la maggioranza dei quali bambini e donne, sono stati uccisi tra l’ottobre 2023 e l’agosto 2024. Insieme a loro è seppellita a Gaza qualsiasi possibilità per noi di definirci ancora “umani”. Secondo il Commissario generale dell’Unrwa «circa centomila persone a Gaza sono state uccise, ferite o risultano attualmente disperse. Questo rappresenta quasi il 5% della popolazione […] oltre l’80% della quale è stata sfollata, nella maggior parte dei casi più volte». La sproporzione nel numero delle vittime da un parte (senza Stato e senza esercito) e dall’altra (uno degli eserciti più armati dell’Occidente), l’arroganza e l’impunità con la quale Israele distrugge, affama, tortura e massacra, la categorizzazione della resistenza come terrorismo, la complicità dei Paesi occidentali, lasciano sgomenti. Ogni giorno, mentre scriviamo queste righe, i media danno conto di ambulanze e case distrutte, scuole e ospedali bombardati, persone affamate, assetate, ferite, imprigionate, torturate o fatte a pezzi. Tutte quelle edificanti istituzioni di garanzia, i diritti umani e il diritto internazionale seppelliti a Gaza sotto le macerie. È senz’altro un incubo, non riusciamo a crederci. Proponiamo questo terzo libro di Samah Jabr, scritto in inglese per Sensibili alle foglie e tradotto da Cloe Curcio, con l’invito a non volgere lo sguardo altrove e ad assumere una responsabilità, come cittadini europei, per mettere fine alla nostra complicità nella più lunga e sanguinosa occupazione coloniale della storia recente.

Dal 7 ottobre 2023 la locuzione “guerra Israele-Hamas” è stata utilizzata per manipolare la nostra percezione di uno sterminio sistematico dei palestinesi e in particolare di donne e bambini – la possibilità per il vivente di esistere nel futuro – senza precedenti nella storia recente. Lo sguardo professionale di Samah Jabr colloca le uccisioni di massa, gli sfollamenti, l’affamamento, la tortura e le umiliazioni contingenti, nel solco più ampio del trauma storico palestinese. Trauma decennale che, per poter essere affrontato, richiede una solidarietà concreta e attiva, capace di affermare sia il diritto alla resistenza nella Palestina illegalmente occupata, sia il rispetto dei diritti umani elementari, calpestati da decenni con la complicità attiva dei Paesi occidentali. La scelta dell’Autrice di esporsi e raccontarsi, intrecciata alla sua lucida analisi degli eventi, sollecita quell’empatia che, sola, può farci comprendere fino in fondo che in Palestina è in gioco la possibilità per gli umani di definirsi ancora tali. Se la solidarietà internazionale è terapeutica per i palestinesi, il dono del sumud che essi ci fanno con la loro resistenza può aprire anche le nostre menti e i nostri cuori, per mettere fine alla più lunga e sanguinosa occupazione coloniale del nostro tempo.


SAMAH JABR, nata nel 1976 a Gerusalemme Est, è psichiatra, scrittrice e assistente alla George Washington University. Dirige l’unità di salute mentale del Ministero della sanità palestinese. Attingendo alle sue osservazioni cliniche e attualizzando il discorso di Frantz Fanon, testimonia della vita quotidiana nella Palestina occupata, invitandoci a riflettere su salute mentale, colonialismo e diritti umani. Autrice di Dietro i fronti (2019) e Sumud (2021) editi da Sensibili alle foglie.

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Siamo una cooperativa di produzione e lavoro dal 1990. Proponiamo un modo di cercare, di porre domande sui vissuti, sui dispositivi totalizzanti,  sulle risposte di adattamento e sulle risorse creative delle persone che li attraversano.

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